Agricoltura sociale, Osservatorio alla prova: un’opportunità da non perdere

L’Osservatorio Nazionale dell’Agricoltura Sociale, ad un anno e mezzo dall’approvazione della legge-quadro di settore, è al lavoro. Deve dare al Ministero utili indicazioni per il coordinamento di norme e politiche regionali.

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La legge quadro sull’agricoltura sociale (Legge 18 agosto 2015, n. 141 Disposizioni in materia di agricoltura sociale) è stata approvata un anno e mezzo fa, salutata allora dal Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, come “una grande opportunità e il riconoscimento del lavoro che migliaia di esperienze portano avanti ogni giorno sui territori”.

La legge prevede, fra l’altro, l’emanazione di un decreto applicativo del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali che definisca i requisiti minimi e le modalità relativi allo svolgimento delle attività di agricoltura sociale; e l’istituzione, presso lo stesso Ministero, di un Osservatorio Nazionale di settore con funzione consultiva. La riunione di insediamento dell’Osservatorio si è svolta il 26 gennaio scorso; le prossime saranno soprattutto dedicate ai contenuti dell’emanando decreto ministeriale, atteso da oltre un anno.

L’Osservatorio – secondo AiCARE (Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile e Etica) – dovrà prima di tutto dare suggerimenti al Ministero per l’emanazione del decreto su requisiti e modalità dell’agricoltura sociale, ricordato in precedenza, finalizzato al coordinamento delle norme e delle politiche regionali.

E’ molto importante che nella definizione dei requisiti per lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale, si pongano le condizioni per consolidare modelli organizzativi replicabili, capaci di valorizzare le esperienze virtuose e pionieristiche degli anni passati e promuovere la diffusione di nuove iniziative.

Il cuore dell’agricoltura sociale devono essere le attività svolte dagli imprenditori agricoli e dalle cooperative, in un quadro di collaborazione con le organizzazioni del terzo settore (associazioni di volontariato, cooperative e imprese sociali) e con le istituzioni dell’assistenza sociale pubblica, guardando anche al sostegno e alla solidarietà dei consumatori. La fase applicativa della legge, che si aprirà prossimamente, deve puntare allo sviluppo, in agricoltura, di valori sociali, ambientali ed etici, sostenuto da concreti risultati produttivi (e quindi economici) solidi e duraturi.

L’agricoltura sociale italiana – conclude AiCARE – per quanto giovane, e disciplinata solo in alcune Regioni, si è guadagnata, negli ultimi anni, crescente attenzione a livello internazionale proprio per la ricchezza di modelli di successo che è stata capace di proporre. Al Ministero delle politiche agricole, e all’Osservatorio che ne supporta l’azione, spetta il compito di attivare nuove energie imprenditoriali e fruttuose sinergie, per diffondere nei territori un’agricoltura sempre più promotrice di coscienza civica.

2 marzo 2017